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Posted on 22 Mag, 2010 in Escursioni

Escursione sul promontorio del Circeo

Escursione sul promontorio del Circeo

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Dopo tanta attesa ecco arrivata la prima escursione del 2010. L’abbiamo attesa per tanto e finalmente l’inverno e una tardiva primavera ci hanno regalato una giornata di sole per poter fare una buona escursione.

L’obiettivo è il Promontorio del Circeo, un parco naturale di eccezionale bellezza che, in una sola escursione, accosta la montagna al mare. I sentieri da percorrere sono parecchi, alcuni facili, altri molto più impegnativi. Ovviamente, siccome le cose semplici non ci piacciono, la nostra escursione partirà da Torre Paola, vicino Sabaudia, e salirà diritta verso il famigerato Picco di Circe ossia la vetta del promontorio. A seguire vorremmo percorrere la cresta fino alle Crocette per poi scendere a valle e tornare alla macchina seguendo il sentiero che passa per il bosco.

Partiamo la mattina presto e in circa un’ora e mezza arriviamo al parcheggio di Torre Paola dove lasciamo la macchina. La giornata è bellissima, il sole scalda parecchio e ci costringe a metterci a maniche corte sin da subito.

sentieroL’inizio del sentiero si trova facilmente e cominciamo a camminare. Poco dopo incontriamo il bivio per il Picco di Circe. Quello che ci si presenta davanti è un sentiero piuttosto ampio e con una pendenza già piuttosto preoccupante. Non demordiamo! Cominciamo a salire e, nonostante il terreno scivoloso a causa dell’umidità delle piogge dei giorni passati, riusciamo a lasciarci alle spalle questo primo tratto piuttosto impegnativo.

Arriviamo su un tratto pianeggiante e negli squarci della vegetazione già intravediamo l’eccezionale panorama. Ma su! La strada è lunga e non possiamo fermarci per troppo tempo.
Riprendiamo il cammino e il terreno comincia a farsi roccioso e riprende a salire parecchio. Procediamo in fila indiana con in testa Paola che in questa escursione ha dato sfoggio delle sue capacità di arrampicatrice. Le rocce aumentano, il dislivello pure e lei si arrampica come niente fosse saltellando felice da una parte all’altra. Io arranco dietro di lei, sarà per l’enorme zaino che mi sono portato che si impiglia ovunque o sarà per il baricentro alto che pregiudica il mio equilibrio…fatto sta che faccio fatica a starle dietro. Ancora dietro ci seguono Chiara e Stefano che se la cavano egregiamente se non fosse per la fobia da processionarie data da alcuni avvistamenti dei “simpatici” bruchetti pelosi e urticanti.

Si sale e si sale, il caldo è tanto, la fatica comincia a farsi sentire ma nelle brevi pause godiamo di un panorama a dir poco unico! Davanti a noi un mare immenso con al centro le tre isole di Ponza, Ventotene e Palmarola e dietro di noi la campagna pontina e le montagne. Ogni volta rimaniamo incantati.

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Il sentiero in alcuni punti è veramente complicato e ci costringe ad utilizzare le mani per mantenere l’equilibrio. Intravediamo quella che pensiamo essere la vetta. Le nostre sicurezze vengono smontate poco dopo quando, una volta arrivati, ci rendiamo conto che la vetta è molto più su.

Lungo il sentiero incontriamo un ragazzo e due ragazze. Arrivati sulla “pseudo vetta” ne approfittiamo per chiedere informazioni sul sentiero visto che sembrano essere più esperti. Ci descrivono quello che ci aspetta più in la e ci dissuadono dal proseguire oltre la vetta fino alle Crocette perché il sentiero è più lungo e complicato del previsto.

Lungo? Va bene si vedrà una volta arrivati in cima.
Difficile? Si vabbè ma quanto vuoi che sia difficile, il sentiero è classificato al massimo come impegnativo che è tutt’altra cosa!

A questo punto il ragazzo allunga un dito e indica in direzione di un costone di roccia a picco sul mare e ci dice: “vedete dove sono quegli altri escursionisti? Lungo quel costone di roccia? Ecco il sentiero passa li, ma tranquilli non è pericoloso, solo in qualche punto è un po’ esposto”

Probabilmente alla parola “esposto” Stefano e un po’ tutti noi cominciamo a perdere le nostre sicurezze e cominciamo a fare domande a raffica tipo maniaci compulsivi cercando di negare l’evidenza.

La realtà è una sola, come il sentiero. Bisogna passare da li e indietro non si torna.

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Salutiamo i tre compagni di escursione e riprendiamo il cammino. Il sentiero si fa sempre più duro, gli spazi diminuiscono sempre di più, le rocce sono sempre più ripide e in alcuni punti non ci aiutiamo più con le mani, dobbiamo arrampicarci. Il tutto comincia ad essere faticoso anche dal punto di vista psicologico oltre che fisico. È tutto bellissimo ma al tempo stesso preoccupante.

Arriviamo nel punto che è stato il peggiore per tutti. Sul sentiero, ridicolo ormai chiamarlo così, ci si presenta una parete di roccia alta un paio di metri. Paola fa per salire sulla destra, io la fermo! C’è bisogno di studiare il passaggio perché dalla parte dove sta andando Paola, oltre, c’è il precipizio. È troppo, troppo stretto, troppo pericoloso. Proviamo allora a salire sulla parte sinistra della parete. Salgo io per primo, gli appigli sono pochi. Arrivo in cima alla parete e mi siedo. Per un attimo vacillo, a mezzo metro da me c’è un precipizio di almeno 400 metri. Gli altri mi chiedono come va e cosa c’è lassù ma io sto ancora facendo i conti con le mie vertigini e non rispondo. Mi attacco alla prima roccia che trovo e strisciando per terra faccio spazio agli altri che devono salire. Più in la fortunatamente il sentiero rientra e sempre strisciando mi metto in una posizione più sicura. Così fanno anche gli altri ma la salita non è facile per nessuno, l’impatto con l’altezza in quel punto è veramente pesante. È stato il tratto peggiore dell’intera escursione ma è passato.

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Poco dopo arriviamo alla vetta. Incontriamo un folto gruppo del CAI che ha sostato in cima per parecchio tempo ed ha ripreso la discesa a valle. Ora è il nostro turno. Arriviamo in cima insieme agli altri tre ragazzi incontrati in precedenza.

La vista è stupenda! Un giusto compenso per la fatica patita finora. Il sole ci scalda e un piacevole vento allieta il nostro pranzo. Mangiamo, ci riposiamo e ammiriamo il panorama. Dopo un po’ di foto riprendiamo il cammino insieme ad altri due simpatici escursionisti. Abbiamo abbandonato l’idea di percorrere tutta la cresta, è troppo lungo e il tempo scarseggia. Decidiamo quindi di prendere il sentiero chiamato “la direttissima”. Arriva a valle in un’ora ma scende dalla vetta quasi in linea retta. Meglio questo che rifare il sentiero col precipizio. Salutiamo la vetta ed il panorama e ci rimettiamo in marcia.

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Il percorso è effettivamente ripido. Il terreno è scivoloso a causa delle molte rocce, del fango e delle foglie che lo coprono. La pendenza ci costringe a fare un grande utilizzo degli alberi che fortunatamente ci offrono robusti appigli per evitare di cadere rovinosamente a terra.

Dopo un’ora e mezza circa arriviamo al sentiero che ci riporterà alla macchina. Abbiamo le gambe distrutte, la discesa non ci ha lasciato un attimo di respiro.

Tornati alla macchina, andiamo a visitare le mura ciclopiche che si trovano sopra San Felice Circeo con le loro pietre tagliate con angoli anomali e dopo un rinfrescante gelato torniamo a casa.

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Questa escursione doveva essere quella di apertura di quest’anno e per questo sarebbe dovuta essere semplice. Si è dimostrata in assoluto una delle più difficili che abbiamo fatto. I molti siti web che ho visitato prima di cominciarla non mi hanno affatto avvertito ne della difficoltà ne della pericolosità del percorso.

Per questo mi sento di sconsigliare questo sentiero a tutte le persone inesperte, con problemi fisici e di vertigini che dovessero leggere questo resoconto e che volessero raggiungere il Picco di Circe.

Per tutti gli altri, l’escursione è bellissima! Il panorama è fenomenale! Alcuni punti in cui bisogna arrampicarsi danno veramente gusto. Arrivare in vetta è una soddisfazione.

Vi saluto, alla prossima escursione!

Le foto:

Il video:

File GPS:

Percorso rilevato dal GPS. Puoi usare questi file con il tuo apparecchio GPS per seguire il nostro stesso percorso oppure puoi aprirli con Google Earth per vedere il percorso che abbiamo fatto e, attivando la visuale 3D e l’opzione terreno, vedere il percorso in 3 dimensioni.

Per scaricare il file in formato KML CLICCA QUI

Se vuoi vedere il percorso in maniera più semplice su Google Map CLICCA QUI