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Posted on 21 Giu, 2008 in Escursioni

Escursione al lago della Duchessa

Escursione al lago della Duchessa

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E’ arrivato il bel tempo e l’estate. Con il solstizio ci prepariamo per una delle escursioni più difficili che abbiamo fatto finora. L’obbiettivo è raggiungere il lago della Duchessa, situato a 1800 metri di altitudine, tra il monte Morrone e il monte Rozza.

È mattina presto (ore 6:45) quando vado a prendere K sotto casa sua e la temperatura è già a 25°. Promette di essere una giornata estremamente calda. Abbiamo appuntamento all’area di servizio sul G.R.A. con Stefano, Chiara e Giorgia. Arrivano e ci avviamo verso Avezzano. Dopo un’oretta scarsa di autostrada usciamo su una strada sterrata che dopo 4 Km ci conduce allo sperduto paese di Cartore, punto dal quale comincerà la nostra escursione.

Ci avviamo sul sentiero che, sebbene sia chiaramente visibile, ci pone subito davanti al primo dubbio della giornata. Dinanzi a noi ci sbarra la strada uno steccato con filo di ferro che delimita un campo. Proviamo a girarci intorno ma l’unica soluzione è passarci sotto. Una volta entrati nel campo ci rendiamo conto di aver fatto la cosa giusta. Vediamo i segnali giallo-rossi che identificano il sentiero. Proseguiamo lungo il sentiero in terra battuta finchè non arriviamo al cartello che ci indica di addentrarci nel bosco che ci costeggia. La strada comincia a salire e si inerpica nella foresta in una gigantesca forra tra due pareti di roccia molto alte. Facciamo qualche pausa per riprendere fiato perché la pendenza, seppure poco impegnativa, è prolungata e permette pochi momenti per riposarsi.

Ad un tratto ci si presenta davanti la prima ferrata. Una catena di ferro attaccata alla parete di roccia è l’unico appiglio sicuro su questa parte del sentiero che sulla nostra destra cade a picco per molti metri. In questo punto il sentiero si stringe molto e in alcuni tratti possiamo camminare su una superficie di una cinquantina di centimetri. Per fortuna la ferrata dura solo pochi metri, poi ricomincia il normale sentiero nel bosco.

Si continua a salire e la cima ancora non è visibile. Ci arrampichiamo su una parete di roccia, lungo un sentiero molto stretto sul quale spesso dobbiamo usare le mani per salire gli alti gradini. Da qui si può cominciare ad ammirare lo stupendo paesaggio della vallata sotto di noi. Rientrati in foresta comincia il tratto più duro di tutta l’escursione; il sentiero aumenta ancora di più la sua pendenza. Per circa un chilometro camminiamo con grande fatica su questa salita che sembra non finire mai. Finalmente arriviamo in cima, il bosco si apre e davanti a noi si stendono grandi prati assolati. Il cammino si fa più semplice e piacevole.

Arriviamo ad un grande faggio e ne approfittiamo per fare una piccola pausa. Siamo quasi arrivati. Riprendiamo a camminare finchè non arriviamo ad alcuni rifugi. Qui incontriamo un pastore “che fa Gregorio di nome”. Ci fermiamo un po’ con lui. Ci racconta storie e aneddoti molto interessanti della vita di montagna. Ci fa anche visitare il rifugio dove vive quando viene a pascolare le sue mandrie. Appena fuori dalla casa c’è il suo cavallo e ben cinque cani. All’interno c’è un fortissimo odore di fumo, fuoriuscito dal camino; un tavolo, attrezzi vari, due letti, mangimi per gli animali e i formaggi fatti da lui messi a stagionare su una mensola. Parliamo un po e poi ci avviamo alla meta della nostra escursione.

Dopo qualche altro minuto di cammino ci si apre finalmente davanti il lago della Duchessa. In mezzo al verde dell’erba, al bianco delle rocce, al celeste del cielo, rimaniamo incantati davanti al blu di questo lago. Il livello dell’acqua è alto, segno che la neve si è sciolta da poco da queste parti. Intorno alle sue sponde mandrie di cavalli, mucche e pecore pascolano tranquillamente e di tanto in tanto scendono alla riva per bere e farsi un bagno. Lo spettacolo è stupendo. Scendiamo anche noi nei pressi del lago e ci concediamo un meritatissimo riposo. Io e K ne approfittiamo per fare foto, Chiara e Giorgia si riposano su una roccia e prendono il sole mentre Stefano fa la sua escursione personale sui rilievi che circondano il lago alla ricerca di qualche piccola traccia di neve residua.

Sono le due del pomeriggio. Ci apprestiamo a riprendere la strada di casa. Incontriamo nuovamente il pastore “che di nome fa Gregorio”, e restiamo a parlare ancora un po con lui. Si fanno le tre e siamo costretti a salutarlo, nonostante lui voglia continuare a parlare per ore ed ore. Capiamo la necessità di parlare con qualcuno dopo tanta solitudine tra i monti ma l’ora è tarda e praticamente dobbiamo scappare via. Cominciamo a camminare sulla strada che avevamo percorso all’andata. All’inizio è facile, poi la discesa diventa sempre più complicata. In molti punti il terreno è pieno di sassolini e ghiaia e la pendenza rischia di farci andare a terra da un momento all’altro. Per fortuna c’è stato solo qualche scivolone e niente di più. La discesa comunque si è rivelata quasi più complicata della salita. Per circa tre ore le nostre gambe hanno dovuto frenare, gli occhi guardare ogni singolo punto fermo sul terreno, le braccia restare tese e pronte ad attaccarsi da qualche parte in caso di caduta. Arriviamo alle macchine esausti ma felici.

Questa escursione è andata benissimo e ci ha regalato grandi panorami ed esperienze uniche. La consiglio a chiunque abbia un po’ di preparazione fisica, voglia di faticare e di farsi avvolgere da una natura unica e, ai più, sconosciuta.

Alla prossima escursione!

Le foto:

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